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Coronavirus: Erasmus con “clausura” per una studentessa dell’Antella in Spagna

26/03/2020 10:29 | Francesco Matteini

Carolina Scarzanella (al centro) fra le “coinquiline” Giorgia Roma, pugliese, e Ginevra Rossi, fiorentina, con le quali condivide l’esperienza Erasmus a Granada in Spagna

Articolo di Carolina Scarzanella

L’Erasmus ai tempi del Covid-19.
Mi chiamo Carolina, ho 23 anni (appena compiuti), sono una studentessa di Farmacia all’Università di Firenze e abito all’Antella. Il 24 Gennaio ho iniziato la mia esperienza Erasmus a Granada, Spagna, esperienza che, naturalmente, mi ero immaginata diversa.

Nonostante ogni giorno arrivassero notizie sempre più preoccupanti dall’Italia, il primo mese e mezzo lontano da casa la situazione era del tutto normale: si andava all’Università, si usciva con gli amici per una paio di tapas e una cerveza e si andava a ballare in discoteca, o semplicemente ci si ritrovava a casa tutti insieme per fare quattro chiacchiere. Ho fatto anche alcuni viaggi, Gibilterra, Cordoba, il carnevale di Cadiz (lì si che c’erano assembramenti di persone) e Madrid, dove mi sono ritrovata con il mio gruppo di amiche di Firenze.

La situazione insomma sembrava normale, come se ciò che stava succedendo in Italia fosse molto distante da noi. Anzi, qualcuno (italiano e non) ironizzava sulle misure prese dal nostro Paese, ritenute esagerate. Molto spesso anche noi studenti Erasmus abbiamo preso troppo alla leggera le notizie che leggevamo e che ci arrivavano da familiari e amici. A poco a poco ci siamo accorti però che ciò che leggevamo riguardo il coronavirus non era così lontano da noi e così, mentre noi studenti italiani iniziavamo a preoccuparci per le notizie che ci arrivavano dai nostri cari in patria, il governo e i cittadini spagnoli sembravano non prendere troppo sul serio la situazione.

La quarantena in Spagna è iniziata il 15 marzo e fin da subito il decreto ha previsto la chiusura di tutte le attività commerciali non essenziali, oltre che di uffici, scuole ed Università. L’Univesità di Granada si è organizzata con videolezioni e materiale online per permetterci di poter proseguire il semestre. Sono arrivate anche alcune email dall’Ufficio Relazioni Internazionali dell’Università, che esprimono vicinanza a noi studenti fuorisede e in cui ci chiedono di avere fiducia, che la situazione tornerà alla normalità se ognuno farà la sua parte.

Noi erasmus ci siamo quindi trovati di fronte ad una scelta, tornare a casa o rimanere a Granada in quarantena? Io ho deciso di proseguire la mia esperienza in Spagna, e come me le mie coinquiline Giorgia e Ginevra e tanti altri amici conosciuti qua. Altri invece hanno preferito tornare a casa, dalle famiglie. Non ci sono scelte giuste o sbagliate, ma semplicemente modi diversi di affrontare il problema. Ho scelto di non tornare perchè penso che in questo momento sia più rischioso intraprendere un viaggio di ritorno piuttosto che rimanere qua. Inoltre gli aerei organizzati per il ritorno in Italia di noi studenti partono solamente dalle grandi città della Spagna che io, da Granada, dovrei raggiungere con altri mezzi come pullman o treni, esponendomi ancora di più al rischio.

Quella di rimanere non è stata una scelta semplice, perché mi mancano moltissimo la mia famiglia e la mia città e vorrei essere con loro in questo momento così difficile, ma ho ritenuto fosse la più giusta.

Fortunatamente io e le mie coinquiline andiamo molto d’accordo, cerchiamo di supportarci a vicenda e di fare sempre tante attività per non annoiarci; per esempio ogni sera, mentre ceniamo, guardiamo tutte insieme un film.
La situazione non è semplice, però ho fiducia che si risolverà e che presto tutto tornerà alla normalità, Erasmus compreso.
#yomequedoencasa

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