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Terza corsia e terre di scavo: scuse pubbliche del sindaco – Il Consiglio lavora a un documento comune – Incontro con i cittadini entro aprile

23/03/2016 16:33 // Francesco Matteini 1 commento

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L’area come è oggi
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L’area come sarà dopo il rimodellamento

“Sento di dovermi scusare. Non ero informato sulle richieste di modifiche al progetto presentate già nel 2011. Come assessore all’ambiente non seguivo le grandi opere ma dovevo essere più informato, succede”. Un sindaco che chiede scusa ufficialmente in Consiglio comunale, ammettendo una sua lacuna, è merce rara. Chapeau. L’ammissione di colpa è servita ieri notte al sindaco Francesco Casini (voto 9) per disinnescare l’offensiva preparata dalle opposizioni sul progetto della terza corsia autostradale relativo al cosiddetto “rimodellamento morfologico” della valle dell’Isone con le terre di scavo provenienti dai cantieri. Conclusione: mozione firmata da Cittadinanza attiva e M5S, molto critica con Società Autostrade e Amministrazione comunale, sospesa con l’obiettivo di arrivare ad un documento condiviso dall’intero Consiglio comunale, in cambio dell’impegno del sindaco a organizzare entro la fine di aprile un incontro pubblico con la cittadinanza per ovviare alla mancanza di informazioni che su questo aspetto del progetto c’è stata in questi anni.

Ma riavvolgiamo il nastro e vediamo il dibattito, una volta tanto spumeggiante, che si è acceso sul tema prima che la mossa del sindaco mettesse a cuccia (per ora) le opposizioni.

Guida l’attacco Sonia Redini (voto 8) di Cittadinanza attiva. La consigliera spara a pallettoni, si capisce che dietro di lei si muove un gruppo che fa di ambiente e urbanistica il proprio cavallo di battaglia. La mozione è circostanziata e documentata. Denuncia la “devastazione del territorio” e la soluzione di utilizzare tutte le terre di scavo per ricoprire la valle dell’Isone come “vantaggiosa economicamente solo per Autostrade”. Descrive in modo assai efficace l’intervento: “I 24 ettari interessati al rimodellamento diventeranno un’area artificiale, falsamente viva sopra, in realtà morta sotto”. Paventa il rischio che Autostrade possa usare l’area, una volta recintata, per scaricare anche terre di scavo provenienti da altri cantieri. Chiede al sindaco di non abdicare alla propria sovranità sul territorio e di battersi per una diversa soluzione. “Non c’è contropartita che giustifichi questa scelta”, conclude.

La prima difesa tocca a Sandra Baragli (voto 6+), piddina, presidente della Commissione speciale terza corsia. La veemenza dell’intervento sembra un modo per auto convincersi di un progetto sul quale nutre anche lei  dubbi. Dice di voler dare una tirata d’orecchie all’Amministrazione comunale per le informazioni date in ritardo. Ammette di essersi arrabbiata ma “noi non siamo chiamati a fare sceneggiate quanto a risolvere i problemi”. Porta il dibattito sul piano pratico: impossibile bloccare il progetto di Autostrade, l’unica possibilità è ottenere dei benefici per la popolazione. Il nostro compito è vigilare affinché i lavori vengano svolti nel rispetto delle regole e che vengano realizzate le opere di mitigazione: “Ci piacciono le grandi opere solo quando si fanno all’estero…”.

Interviene il grillino Paolo Sartoni (voto 6-) che in sostanza fa solo da ruota di scorta alla Redini: “Il silenzio sul progetto non è da tirata d’orecchi ma di una gravità assoluta. Antella, Osteria Nuova, San Donato hanno già dato: risparmiate questa sciagura”. Tutto qui.

Premio per il miglior show a Pier Luigi Zanella (voto 7,5), di Sinistra Italiana. Con il classico stile sincopato che contraddistingue i suoi interventi, lancia un po’ di amara ironia: “Il progetto fa violenza al territorio, non lo rimodella. Non sentiamo alcun bisogno che Autostrade ci rimodelli le colline, sono certo che ai cittadini piacciono così come sono”. Applausi.

La seconda linea di difesa è affidata al capogruppo del Pd Andrea Bencini (voto 6,5, parte bene poi si disunisce). La sua arringa verte sul fatto che “qualunque soluzione tecnica avrà un impatto sull’ambiente”. Dice di essere certo che il Comune ha fatto tutto il possibile per avere una soluzione che non penalizzasse il territorio: “Insistere con istanze legittime ma che non hanno possibilità di essere accolte non è produttivo. Chiedere di tornare indietro sul rimodellamento è mettere in discussione la stessa terza corsia. In fondo l’intervento non è in un parco nazionale ma in una vallata bella ma già tagliata dall’autostrada”. A suo avviso occorre limitare i danni e per questo occorre affidarsi alle capacità di trattativa del sindaco. “Mettersi di traverso – dice – permetterebbe ad Autostrade di ottenere tutto con le vie legali grazie all’interesse pubblico dell’infrastruttura, senza dare niente in cambio”. Definisce la mozione “tardiva”.

Un sorprendente slancio diplomatico arriva dal consigliere di Forza Italia Massimo Mari (voto 8), di solito un “signor no” su ogni questione. “Non si può chiedere al sindaco di fare ciò che non può fare”, dice. Poi propone di emendare la mozione per arrivare, come sempre è accaduto in passato,  ad un testo condiviso.

Lo show down arriva con le scuse pubbliche del sindaco. Che aggiunge alcune argomentazioni. Ricorda di essere cresciuto, lui di Osteria Nuova, proprio nelle zone oggetto del rimodellamento, e quindi di conoscere bene la valle dell’Isone che “ha subito una ferita feroce col passaggio dell’autostrada negli anni Sessanta”. Ricorda che Autostrade ha motivato con esigenze di sicurezza e stabilità del pendio la rettifica del raggio della curva che precede la galleria di San Donato e l’uso delle terre di scavo per rimodellare l’area. “Non abbasseremo la guardia sulle terre riposizionate, controlleremo con tutti gli strumenti possibili. Il mio compito è di gestire al meglio l’impatto ambientale e stiamo trattando con Autostrade per ottenere un risarcimento”. Chiede al Consiglio un documento unitario che rafforzi la posizione dell’Amministrazione comunale.

Quindi gli ultimi spiccioli di trattativa per concordare il momentaneo ritiro della mozione: Redini chiede l’incontro pubblico entro il 10 aprile. Il sindaco sposta la scadenza alla fine del mese, comunque prima della Conferenza dei servizi che dovrebbe dare il la definitivo al progetto. L’ex consigliera Bensi, dai banchi del pubblico, sibila alla Redini, che forse non la sente o forse non ha voglia di mercanteggiare, di controproporre il 15 aprile. Ma ormai scorrono già i titoli di coda. Alla prossima puntata, la telenovela continua…

Ps: Per oggi basta così. Domani vi ragguaglierò su altri temi toccati nel Consiglio comunale.

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Commenti

  1. paolo sartoni dice

    23/03/2016 20:20 alle 20:20

    Il Sindaco anche in una recente Assemblea pubblica ha dichiarato che il Comune di bagno a Ripoli era stato informato solo una settimana prima che la nuova destinazione di 1,2 milioni di terre di scavo era cambiata da Rignano al nostro comune . In realtà si scopre che il comune sapeva dal 2011 ; e lui non ne sapeva niente? La cosa non solo è di una gravita inaudita ma soprattutto ci dà la dimensione di quanta attenzione ci sia sulle problematiche del territorio . E meno male che era assessore all’ambiente !!

    Rispondi

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