articolo e fotogallery di Sarah Bulhoes
Erano in tanti davanti all’ingresso dell’ospedale S. Maria Annunziata, ieri sera: famiglie, bambini, giovani, operatori sanitari, cittadine e cittadini che hanno deciso di rispondere all’appello lanciato in tutta Italia. A promuovere l’iniziativa a Bagno a Ripoli è stata la dottoressa Rossella Cannavò, con la presenza dell’assessora Sandra Baragli e del sindacato Cgil.
Bandiere sventolavano davanti all’ospedale, mentre si accendevano candele, torce e lumini. In un’atmosfera silenziosa e raccolta sono stati letti testi, poesie e i nomi dei 1.677 operatori sanitari uccisi a Gaza.
“Siamo dove è giusto essere, in questo momento tragico della storia – ha detto la dottoressa Cannavò leggendo il testo condiviso a livello nazionale – uniti da un filo che attraversa il dolore e la distanza, per chiedere che si fermi il genocidio del popolo palestinese”.
Un gesto di presenza e di resistenza, che secondo l’assessora Baragli ha un valore profondo: “Non posso dire che partecipo volentieri, perché vorrei che non ci fosse bisogno di fare queste cose. Ma quando la società civile si muove per dimostrare che quello che sta accadendo è inaccettabile, è importante”.
Un sentimento condiviso anche da Cannavò, che ha aggiunto con forza: “Ogni volta che si prova a fare qualcosa c’è chi dice ‘Ma a che serve?’. Io invece credo che serva a ricordarci che siamo umani. E se tutti smettessimo di girarci dall’altra parte, non potrebbero far finta di nulla”.
Per la dottoressa, organizzare l’evento non è stato semplice. “Non sono una persona che ama stare al centro dell’attenzione. Ma a un certo punto ho capito che toccava a me. Era un dovere, qualcosa che andava fatto”.
Una serata intensa, segnata da emozione e consapevolezza, che ha unito simbolicamente Bagno a Ripoli a centinaia di città in tutta Italia.