
“Una cena Orientale, con il cibo del futuro” è la mostra fotografica che si apre domani, sabato 13 settembre, al Crc Antella. Si tratta di una rassegna di trenta foto scattate da Massimo Casprini nella Penisola Indocinese (Tailandia, Laos, Cambogia, Myanmar, Viet Nam, Malesia) negli anni dal 1974 al 2009.

Così Casprini descrive la mostra.
“Tutto ciò che si muove ed ha vita vi servirà di cibo”. Sono le parole contenute nella Genesi della Bibbia e dette dal Signore.
In tutto l’Oriente, nonostante si professino religioni diverse dalla cattolica, questo assioma è stato preso alla lettera e qualsiasi essere che cammina o che striscia sulla terra, che vola nel cielo, che sta nel mare viene mangiato.
Anche quelli più piccoli del mondo animale come le cavallette e i ragni, i vermi e le formiche, i grilli e i topolini finiscono sulla griglia o in padella perché, soprattutto alcuni, contengono valori nutrizionali completi, sono ricchi di proteine, minerali, ormoni e fibre.
In genere, oggi il mondo occidentale rifiuta questi cibi ma, insieme a tanti altri, stanno raggiungendo, con cautela e circospezione, le nostre mense come cibi prelibati per il dessert o per un saporito contorno.

D’altra parte, alcune trattorie italiane, già da anni, si sono specializzate nel servire granchi di fiume alla brace, chiocciole in umido e ranocchi fritti. I drastici pregiudizi di un tempo stanno lentamente scomparendo e ci lasciamo assuefare dalle abitudini, frutto di una globalizzazione che non poteva escludere quello che metteremo sulle nostre mense.
Si parla di cibo del futuro ma, ormai, il futuro di un passato molto vicino siamo noi e, sicuramente, adatteremo presto il nostro stomaco, la mente e la vista a questa sorta di animali nei nostri piatti.