Metti San Francesco, il santo più amato dagli italiani, e Alessandro Barbero, il professore più amato dai telespettatori (e non solo) e il risultato non può essere che un successo strepitoso. Il giardino della Biblioteca comunale di Ponte a Niccheri, per l’occasione trasformato in palcoscenico, stracolmo di gente (circa 500 persone); i parcheggi di via di Belmonte insufficienti ad ospitare il continuo afflusso di auto fin dalle prime ore della mattina. Imperdibile l’appuntamento con una star della televisione come il professor Barbero, e la presentazione del suo libro su San Francesco, una star del cristianesimo.
Ad accogliere Barbero è stato il sindaco Francesco Pignotti, che ha donato al professore il libro con le immagini degli scorci più belli di Bagno a Ripoli, immortalati dal fotografo Andrea Rontini e descritti dalla direttrice della biblioteca, Silvia Diacciati. E’ stata proprio lei, storica dell’arte, insieme al professor Paolo Pirillo, docente di storia medievale all’Università di Bologna, ad “interrogare” barbero sulla figura di San Francesco.
“In realtà nel mio libro non racconto San Francesco ma come i vari studiosi, anche non cristiani, hanno descritto l’uomo Francesco – ha spiegato il professor Barbero -. Ne esce non un’immagine unica ma mille diverse fra loro. Certamente Francesco è stato un uomo incredibile, stringerlo in un profilo unico è impossibile”.
Così nel libro si descrive Francesco santo, ma anche mercante, cavaliere, poeta. E si fa cenno anche del suo rapporto con Santa Chiara e più in generale con le donne. “Un rapporto mutato nel corso del tempo, spiazzante”, ha detto Barbero: “Negli ultimi anni della sua vita Francesco diceva sulle donne banalità misogine. Invitava a starne alla larga. Su questo convergono testimonianze e anche scritti suoi. Ma non è sempre stato così. Da giovane aveva creato un movimento di ‘fratelli e sorelle: Per il suo movimento Santa Chiara si era ispirata a lui. Ma dei rapporti tra San Francesco e Santa Chiara se ne parla il meno possibile”.
Dopo lo show da grande divulgatore, chiuso con applausi scroscianti, si è aperta l’attesa parentesi del “firma libro”. Tutti in coda per un autografo del professore. Che è un po’ come avere quello di San Francesco.