Là dove c’era una foresta di olivi ora pare sia stata sganciata una bomba al napalm. Chiome fluenti, lasciate crescere selvagge e incontrollate per anni, rasate senza pietà come un battaglione di capelloni anni Settanta alla leva militare. Una potatura radicale e (probabilmente) inevitabile che ha mutato il volto della tenuta di Mondeggi. Almeno di quella parte rimasta abbandonata per decenni dalla proprietà pubblica (prima la Provincia poi la Città Metropolitana) è non “adottata” dagli occupanti di Mondeggi bene comune.
I cantieri aperti con i soldi del Pnrr (57 milioni di euro) per ora lasciano solo intravedere come si presenterà la tenuta tra qualche anno; quale sarà la nuova immagine, perché la gestione è ancora una nebulosa da definire.
I lavori intorno alla villa hanno riportato alla luce i resti dei vecchi muri in pietra sbocconcellati e, fino a pochi mesi fa, mimetizzati nella vegetazione. Ora sono state predisposte basi di cemento armato, da cui spuntano filari di tondini di ferro, per i tratti che saranno ricostruiti.
La sfoltitura di piante. arbusti e rampicanti ha liberato dal soffocante abbraccio della natura il minuscolo oratorio dedicato a San Vincenzo Ferreri, protettore delle campagne (vedi articolo), che sorge a poche centinaia di metri dalla villa medicea. Ora lo si vede svettare sulla collina dalla valle sottostante. Però, iI rivestimento del soffitto è piovuto sul pavimento. Stampelle sorreggono il piccolo edificio. Dalla Città metropolitana assicurano che anche questa piccola costruzione, ricca di storia e memoria, sarà restaurata, sotto l’occhio vigile della Soprintendenza, e restituita alla sua funzione.
Dopo decenni di tramonto, Mondeggi attende una nuova alba.