
Dopo quasi un secolo di assenza la Testa di Meusa, attribuita al Giambologna, torna nella sua casa: la Fonte della Fata Morgana, sulla collina che sovrasta Grassina. Domani (martedì 17 giugno) alle 11, nella sala consiliare del palazzo comunale di Bagno a Ripoli, il comandante del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza, tenente colonnollo Giuseppe Marseglia, restituirà al sindaco Pignotti la preziosa opera d’arte recuperata dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze.
La “Testa di Medusa” del Giambologna, scolpita intorno al 1573, era parte integrante del ninfeo della Fonte della Fata Morgana. Realizzata dallo scultore fiammingo Jean de Boulogne, noto come Giambologna, la testa adornava una delle nicchie laterali della fontana cinquecentesca commissionata da Bernardo Vecchietti.
Sottratta presumibilmente negli anni Venti del Novecento, la scultura era sparita nel nulla per decenni, fino a ricomparire nel 2023 in un catalogo d’asta della casa Pandolfini di Firenze, dove era descritta genericamente come “testa in marmo, scuola toscana del XVI secolo”. Il prezzo base era stimato tra i 10 e i 15 mila euro. Ma grazie all’intervento dei Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, l’asta fu bloccata e partirono le indagini che hanno confermato l’origine della scultura.

A sostegno del recupero si è mobilitata anche la comunità locale, in particolare il Comune di Bagno a Ripoli e gli organizzatori della manifestazione “Artigianato e Palazzo”, già attivi da anni nella valorizzazione del ninfeo e promotori di una raccolta fondi per il suo restauro. Il procedimento giudiziario si è concluso nel 2024 con la sentenza della Corte di Cassazione, che ha disposto la confisca e il ritorno dell’opera al patrimonio pubblico. Anche se nel frattempo la testa era entrata in una collezione privata attraverso un’eredità, la Corte ha stabilito che il bene, essendo stato rimosso abusivamente da un contesto vincolato, doveva essere restituito al Comune.
Grande la soddisfazione dell’amministrazione comunale: nell’occasione il sindaco Francesco Pignotti annunciò l’intenzione di procedere quanto prima alla ricollocazione della Testa di Medusa nella Fonte della Fata Morgana. Per il restauro complessivo del ninfeo sono stati già stanziati 200 mila euro, grazie al contributo della Fondazione CR Firenze e al sostegno di privati cittadini.
Il rientro della Testa di Medusa non è solo il recupero di un’opera d’arte, ma anche la restituzione di un tassello identitario al territorio. Simbolo di un Rinascimento minore ma ricco di sorprese.