
Mondeggi Bene Comune festeggia, domani e domenica 22 giugno, l’11° compleanno, ovvero undici anni di occupazione della tenuta di proprietà della Città Metropolitana, praticamente abbandonata, che dal 2014 a oggi e stata curata dalla comunità.
Nell’occasione, sabato e domenica prossimi, è previsto un ricco programma di iniziative tra le coloniche della tenuta, con Cuculia al centro. Sarà un’occasione anche per approfondire ulteriormente il tema della gestione di Mondeggi, oggetto di un piano di rigenerazione da quasi 60 milioni di euro finanziato con fondi Pnrr, in piena attuazione (vedi articolo).
Gestione sulle cui modalità i mondeggini hanno idee un po’ diverse da quelle della Città Metropolitana e del Comune di Bagno a Ripoli. Per questo la comunità di Mondeggi Bene Comune ha inviato una lettera aperta alla sindaca Sara Funaro e al sindaco Francesco Pignotti.
Questo il testo.
In questo mese di Giugno 2025, Mondeggi Bene Comune festeggia il suo 11mo compleanno. Undici anni passati a proteggere, custodire, curare e aprire al territorio una tenuta abbandonata e a rischio di essere venduta e privatizzata. Il collettivo di centinaia di persone e di molte realtà associative e cooperative del territorio si è formato intorno all’idea che l’accesso alla terra, la sua rigenerazione agroecologica, l’autogestione come pratica collettiva e realmente democratica e un forte radicamento sul territorio, mutualistico e solidale, sono una ricchezza (naturale e sociale) a cui tutte possono contribuire e che può essere equamente fruita.
Negli ultimi 3 anni, da quando Città Metropolitana ha deciso di non alienare la tenuta e di fare un progetto finanziato dal Pnrr, è iniziato un percorso di ideazione collettiva della Mondeggi futura, “Mondeggi 2026”, che è stato presentato più volte sul territorio. Da mesi si attende dunque che Città Metropolitana pubblichi l’avviso di co-progettazione finalizzato a costruire il futuro della fattoria nel segno della condivisione e della partecipazione, come previsto dal codice degli appalti pubblici e dal codice del terzo settore. La modalità con cui sarà strutturato l’avviso e gestita la co-progettazione determinerà quanto sarà realmente inclusiva e partecipativa: se seguisse logiche burocratiche di parcellizzazione, limiterebbe le possibilità di continuare e ampliare l’esperienza di bene comune. Abbiamo per questo richiesto che il percorso sia svolto facendo riferimento alla legge regionale toscana sulla gestione dei beni comuni. Allo stesso tempo, proprio per la vocazione comunitaria e agricola, è importante che sia previsto un tempo esteso, che permetta di investire e costruire in maniera condivisa le attività produttive e riproduttive sul territorio.
Siamo a conoscenza e condividiamo le funzioni sociali e di inclusione individuate da Città Metropolitana per il futuro di Mondeggi. Il progetto costruito dal basso da Mondeggi Bene Comune e l’ecosistema di associazioni e cooperative sociali del territorio le prevede tutte, integrandole tra loro e con la gestione agroecologica dei terreni. Come già comunicato pubblicamente, rigettiamo con forza la possibilità di vincolare ogni casolare a una specifica funzione sociale e quindi a uno specifico soggetto gestore: questa modalità da “condominio di associazioni” o lottizzazione della tenuta non solo porterebbe alla perdita dell’essenza del bene comune e della sua gestione comunitaria, ma metterebbe a rischio la sostenibilità anche economica dell’intero progetto.
Al contrario, è per noi assolutamente necessario che siano le realtà che parteciperanno alla co-progettazione (quelle attuali ed altre che si potranno aggiungere) a decidere collettivamente quali spazi usare e come – in maniera integrata e condividendo responsabilità, sostenibilità economica e cura. Questo aspetto è fondamentale ed è il salto di qualità e di partecipazione democratica che difendiamo fermamente e che ci aspettiamo dalle istituzioni, per il bene del territorio e della grande esperienza collettiva di Mondeggi.
