
I numeri, almeno in occasione delle elezioni, parlano. Voti e percentuali, se esaminati, confrontati, valutati offrono curiosità e spunti di riflessione. Vediamo cosa ci dicono i dati di Bagno a Ripoli.
I candidati presidenti
Partiamo dal voto ai candidati presidenti. Giani ha ottenuto un lusinghiero 62,38%. Si tratta del 7° risultato fra i 41 comuni della provincia di Firenze. Giani ha ottenuto una percentuale superiore nell’ordine a Sesto Fiorentino (68.59), Marradi (65,46), Pontassieve (64,89), Certaldo (64,67), Rignano (63,13), Scarperia San Piero (62,70).
Contrariamente ai suoi rivali, Tomasi e Bundu, il neo governatore, come nel dato regionale, ha ottenuto una percentuale inferiore a quella delle liste che lo sostenevano. Il raggruppamento di centrosinistra ha infatti raccolto il 64,03%. Invece Tomasi ha avuto il 29,99% e le sue liste il 29,43%; Bundo il 7,64% e la sua lista il 6,54%. Pare abbastanza evidente che una parte dell’elettorato del M5S non ha rispettato l’accordo di alleanza e ha dato il voto (disgiunto) alla propria lista e alla candidata presidente di Toscana Rossa.
Il voto nelle sezioni
La sezione più pro Giani è stata la n°16 (scuola Redi) con il 70,13%, al secondo posto la n° 25 (scuola Marconi) 69,85%, al terzo la n° 22 (scuola Marconi) 69,45%.
Le star delle preferenze
La classifica delle preferenze vede l’ex sindaco Francesco Casini, capolista di Casa Riformista e neo consigliere regionale, svettare con 1.646 consensi. Seguono nell’ordine: Serena Spinelli (Pd) 653, Matteo Zoppini (FdI) 441, Stefania Saccardi (Casa Riformista) 312, Cristiano Benucci (Pd) 251, Elisa Tozzi (FdI) 195.

L’affluenza a picco
Infine il dato dell’affluenza a picco. A Bagno a Ripoli ha votato il 56,93% degli aventi diritto. Un calo di oltre 13 punti rispetto alle precedenti Regionali (70,39% nel 2020), ma oltre 9 punti percentuali oltre la media regionale (47,73%). Preoccupante, sì, certo. Ma fino ad un certo punto.
Francamente mi sono stancato di sentire la solita solfa che è colpa della politica che allontana i cittadini. Io credo che ci sia una corresponsabilità da parte dei cittadini. Più che delusi dalla politica, molti pensano che i propri interessi, e non quelli della comunità, siano al centro dell’universo. C’è un egoismo diffuso, un individualismo sfrenato. Chi non si reca alle urne lo fa per poter sostenere “io quelli non li ho votati”. Vuoi mettere la comodità di poterlo affermare chiunque sia al governo (del Comune, della Regione, del Paese).
Scegliere è una responsabilità. E la responsabilità pesa. W tutti coloro che hanno il coraggio di prendersela.