
Resta in carcere la donna di Grassina che sabato notte ha accoltellato il compagno nella loro abitazione (vedi articolo) ed era stata arrestata dai carabinieri. Il gip ha derubricato l’accusa da tentato omicidio a lesioni gravi e ha riconosciuto nella vicenda un rischio di reiterazione del reato, per questo non ha applicato gli arresti domiciliari: quando l’uomo – che risulta fuori pericolo di vita – sarà dimesso dall’ospedale, non potrebbe tornare a vivere nella stessa casa con la 38enne per il pericolo di nuovi scontri.
Il difensore della 38enne, avvocato Donatella Casini, aveva chiesto la scarcerazione. Col compagno c’è stata una lite, forse per motivi di gelosia, la notte tra il 21 e il 22 febbraio. Secondo una prima ricostruzione, la 38enne, al culmine di un alterco, ha tirato un pugno all’uomo e poi ha preso un coltello da cucina e lo ha colpito alla schiena.
Il giudice non ha convalidato l’arresto perché non lo ritiene legittimo in base a una serie di circostanze: la donna dopo l’accoltellamento ha chiamato i soccorsi e poi è andata al pronto soccorso in ospedale per sincerarsi delle condizioni del fidanzato. E’ lì che i carabinieri l’hanno arrestata, ma ormai fuori flagranza di reato. Inoltre ha tirato un solo fendente, aspetto per cui non viene ravvisato l’aspetto del tentato omicidio. La stessa donna avrebbe consegnato ai carabinieri il coltello da cucina, benché ripulito, durante la perquisizione della casa.
Con gli investigatori si sarebbe difesa dicendo che l’uomo era finito da solo contro la lama, una giustificazione del ferimento a cui l’accusa non crede. Nell’udienza per la convalida la 38enne si è avvalsa della facoltà di non rispondere.