
Sopralluogo della Commissione 5 del Comune di Firenze alle Gualchiere di Remole, alla presenza del sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Pignotti, dell’sssessore alla Cultura del Comune di Firenze Giovanni Bettarini, dell’assessore al Patrimonio Dario Danti e del dirigente del Servizio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio, architetto Giorgio Caselli.
Le Gualchiere di Remole, situate nel comune di Bagno a Ripoli ma di proprietà del Comune di Firenze, rappresentano uno dei più significativi esempi di archeologia pre-industriale in Europa. Un opificio unico, risalente alla metà del Trecento, utilizzato per secoli nel trattamento della lana grazie alla forza dell’Arno, e che ha avuto un ruolo fondamentale nell’economia medievale fiorentina. Passate nel tempo dalla famiglia Albizi all’Arte della Lana, le Gualchiere sono rimaste attive fino agli anni ’80, ma oggi versano in un grave stato di degrado. In uno dei locali delle Gualchiere lavora l’artista Piero Gensini, unica presenza attiva nello storico opificio.

“Lo scorso novembre avevo sollecitato la Commissione a promuovere un approfondimento sul futuro di questo straordinario patrimonio – afferma Francesco Casini, consigliere comunale in Palazzo Vecchio e ex sindaco di Bagno a Ripoli -, affinché si potesse avviare un percorso progettuale di recupero e valorizzazione. Sono quindi molto soddisfatto di questo primo sopralluogo che segna un passo importante e la riaccensione dei riflettori su questo patrimonio della comunità: il Comune di Firenze e il Comune di Bagno a Ripoli, insieme, ricominciano un percorso condiviso per restituire vita e dignità a uno dei luoghi più affascinanti e identitari del nostro territorio”.
“È fondamentale ora individuare una soluzione sostenibile e concreta – conclude Casini -, che non sia necessariamente solo pubblica, ma che possa aprirsi anche al contributo di soggetti privati, nel rispetto della storia e del valore culturale del complesso”. Solo attraverso una visione condivisa, aperta e pragmatica sarà possibile restituire alle Gualchiere una funzione viva e attuale, in continuità con la loro vocazione manifatturiera e con l’identità del nostro territorio”.