
“Un assurdo giuridico”, così l’ex magistrato Beniamino Deidda, capogruppo di Cittadinanza attiva, ha bollato il metodo di nomina della Consulta del Territorio, il nuovo organismo la cui istituzione è all’ordine del giorno del Consiglio comunale di domani, martedì 23 dicembre. Nei giorni scorsi il testo definitivo del regolamento è stato esaminato dalla IV commissione consiliare. Tra esponenti della maggioranza e di opposizione non si è trovata una formulazione condivisa, è quindi ipotizzabile che in consiglio comunale il dibattito sarà acceso e il voto divisivo.
Il nodo gordiano che non è stato sciolto riguarda l’articolo sulla nomina dei membri della Consulta. L’elenco delle autocandidature avanzate dai cittadini sarà vagliato prima in base a requisiti oggettivi previsti dal regolamento (su questo tutti d’accordo): “avere un’età non inferiore ad anni 16; essere portatori di interessi del Territorio di appartenenza; non ricoprire cariche politiche; non ricoprire altri ruoli apicali in associazioni, comitati od organismi di cui al titolo IV dello Statuto; essere residenti nel territorio per il quale presentano candidatura”.
Ma la scelta tra le candidature dovrà tenere conto anche della rappresentanza di tutti i territori in cui è stato suddiviso il comune (vedi articolo), di genere e età, di decorrenza della residenza “con favore delle più risalenti”, degli aspetti motivazionali desumibili dalla candidatura. Quest’ultima valutazione abbastanza soggettiva. Il compito è affidato ad una commissione composta dal sindaco, dal presidente del Consiglio comunale (espressione della maggioranza) e dalla presidente della IV Commissione consiliare (espressa dall’opposizione). Nella rosa finale dei papabili, sarà il sindaco a indicare chi entrerà a far parte della Consulta dei Territori.
Su questo punto del regolamento i due consiglieri di opposizione, Beniamino Deinna e Fabio Venturi (FdI) hanno dato battaglia. “La nomina di fatto è un’emanazione, in questo caso della giunta – ha argomentato Deidda -. Se la consulta ha il compito di porre domande, avanzare richieste, istillare dei dubbi all’Amministrazione comunale, non può essere la stessa Amministrazione, attraverso il sindaco, a scegliere chi rivolge queste domande e avanza i dubbi”. Le alternative indicate sono state il sorteggio o l’affidamento della scelta agli uffici tecnici del Comune. Proposte che non hanno convinto i consiglieri di maggioranza e l’assessora Baragli che ha lavorato alla stesura del regolamento.
L’articolo 2 indica finalità e funzioni della Consulta del Territorio
La Consulta è da intendersi strumento di osservazione della vita dei territori che consente di raccogliere informazioni rilevanti sui temi di bisogno, produzione alle comunità insediate e si sostanzia in uno spazio di progettazione di rete, di attuazione e verifica di iniziative nuove e concrete, di progettualità reale e condivisa.
La Consulta persegue, in particolare, le seguenti principali finalità: a) partecipare alla vita dell’amministrazione comunale in merito ai temi inerenti i territori; b) organizzare incontri su sollecitazione delle comunità territoriali o dell’amministrazione comunale; c) collaborare con l’amministrazione comunale nella promozione di incontri e progetti legati ai bisogni emergenti dei territori attraverso l’informazione, il dialogo e l’ascolto dei/delle cittadini/e delle frazioni; d) esprimersi, su richiesta degli organi istituzionali del Comune di Bagno a Ripoli, in merito a progetti relativi allo sviluppo urbano e sociale delle frazioni, in merito ai servizi erogati dall’amministrazione, in generale, in merito a temi su cui è utile assumere elementi di conoscenza da parte dei territori; e) elaborare proposte di documenti, da porre all’attenzione degli organismi e dei servizi dell’amministrazione comunale; f) esprimere proposte per la gestione e l’uso dei servizi e dei beni comunali relativi alle frazioni.
Commento
Partendo dal presupposto che i membri della Consulta non possono essere eletti, altrimenti si creerebbe una “controfigura” del Consiglio comunale, riconosco che è complicato trovare un metodo oggettivo per la scelta.
Tuttavia il ruolo del sindaco appare ridondante. Fa parte della commissione che seleziona gli idonei fra i quali lui stesso sceglie gli “eletti”.
Mi permetto di avanzare una proposta. Siccome dubito che ci saranno frotte di cittadini interessati, si potrebbe limitarsi alla formazione delle rose degli idonei per poi farli partecipare tutti alla Consulta con la formula della rotazione.
Faccio un esempio. Grassina avrà quattro rappresentanti. Ipotizziamo che gli idonee siano otto: anzichè sceglierne quattro ed escludere gli altri quattro, prevedere un avvicendamento ogni sei mesi o ogni anno. Sarebbe anche un modo per non frustrare la buona volontà di chi si offre e ampliare ed arricchire i contributi della Consulta (F.M.).

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