
Si profila all’orizzonte un complicato braccio di ferro tra l’International School of Florence (o Scuola Americana che dir si voglia) e il Comune di Bagno a Ripoli. Il progetto di ampliamento contenuto nel Piano Operativo, approvato dal Consiglio comunale nel luglio del 2023, prevede la possibilità di ampliare la scuola di 9.500 metri quadrati con la costruzione di un nuovo edificio ipogeo, cioè sotto terra. Un impatto non indifferente sulla bella valle di Rimezzano.
Ma nell’intervista del 10 giugno a QuiAntella (vedi articolo) il sindaco Francesco Pignotti è stato molto chiaro nelle sue affermazioni: “La mia posizione è sempre stata netta e rimane la stessa. L’ampliamento non è compatibile con la nostra idea di sviluppo sostenibile del territorio. Rivendico come sindaco il diritto di decidere su questo. Per ora abbiamo rigettato il progetto presentato dall’Isf e, come già comunicato alla Scuola, intendo proseguire su questa strada. Mantengo la più totale disponibiità a cercare insieme un’alternativa”. Insomma l’ampliamento, dicendolo alla Manzoni, non s’ha da fare.
Il sindaco Pignotti ha affrontato la questione più volte nell’ultimo anno. L’Isf, incìvece, si è chiusa a riccio nel silenzio (che non sempre è d’oro). Inutili gli svariati tentativi fatti da QuiAntella per avere un contatto con la dirigenza. La risposta avuta dall’altro capo del telefono è sempre stata una garbata promessa di far richiamare, puntualmente disattesa.
Anche gli ultimi incontri tra l’Amministrazione comunale e i vertici dell’Isf non hanno sortito soluzioni condivise. Così è probabile che la palla passi ai rispettivi uffici legali.
Vediamo quali sono le carte che Isf e Comune hanno in mano.
La Scuola può contare sulla previsione urbanistica contenuta nel Piano Operativo. Un formale e incontestabile via libera all’ampliamento. Praticamente un asso. Di contro, però, c’è la cattiva pubblicità che comporterebbe insistere su un progetto contestato apertamente dalla popolazione e sul quale il Comune ha avuto un ripensamento. Non proprio il modo migliore per mostrare coerenza con i propri valori sbandierati anche sul sito: rispetto, responsabilità, relazioni, resilienza.
Anche il Comune ha buone carte da giocare. La “scheda norma” del Piano Operativo precisa che l’ampliamento è ammesso “purché sia conseguito attraverso la realizzazione di un nuovo edificio con struttura ipogea, in posizione separata rispetto alla parte storica, in modo da permettere una totale integrazione nel paesaggio nel rispetto delle gerarchie architettoniche preesistenti. Per l’accesso all’istituto, occorre trovare soluzioni di mobilità alternativa, evitando di congestionare la viabilità esistente negli orari di entrata ed uscita”.

Non solo. Si aggiungono alcune prescrizioni vincolanti: la nuova costruzione dovrà essere completamente ipogea, rispettare le trame agrarie, avere elevata qualità architettonica. Inoltre dovrà essere fatto uno studio viabilistico sulla zona e la convenzione col Comune “dovrà disciplinare le soluzioni alternative individuate per l’accesso al plesso, anche tramite bus navetta fornite dall’istituto, che possano svolgere la funzione di scuolabus”.
E, infatti, sul mancato rispetto di tutte le prescrizioni previste, il primo progetto presentato dall’Isf è stato rigettato dagli uffici comunali. Ottemperare scrupolosamente a ogni condizione indicata dal Piano Operativo non sarà facile.
In mano alla Scuola c’è anche la minaccia iniziale, che intimorì l’allora sindaco Francesco Casini: “Se non ci date la possibilità di ampliamento, lasciamo la sede in via del Carota e trasferiamo la Scuola da un’altra parte”.
Sarebbe un brutto colpo per l’immagine di Bagno a Ripoli se un istituto di eccellenza decidesse di abbandonare il territorio. Tuttavia alla dirigenza dell’Isf non sfuggirà che anche trovare una nuova e più grande sede in un contesto paesaggisticamente così bello non è semplice. Inoltre resterebbe inutilizzata la prestigiosa Villa Le Tavernule, la cui destinazione urbanistica prevista dal Comune è “scuole private convenzionate o parificate”. Non ci si possono fare appartamenti, uffici, camere d’albergo. E un’eventuale cambio di destinazione spetterebbe al Comune.
Il brutto colpo per Bagno a Ripoli sarebbe permettere uno scempio, ulteriore, del suo paesaggio.
La scuola già ha dimostrato che non gli interessa niente del territorio e dei cittadini.
Molti Comuni hanno ridotto l’impatto speculativo, gli strumenti ci sono (vedere alla voce Campi Bisenzio)