
Grassina e Antella, due “campanili” in perenne antagonismo, ma pronto a lasciare il passo alla solidarietà, unite da un’ambulanza. Una storia che pochi conoscono. La racconta a QuiAntella Michele Contugno, presidente dela Fratellanza Popolare che in questo fine settimana sta festeggiando i 50 anni dalla fondazione.
“Correva l’anno 1975 – racconta Cotugno – e la neonata Fratellanza Popolare di Grassina non aveva ancora i soldi per acquistare un’ambulanza per avviare il servizio. Il soccorso arrivò dalla Misericordia di Antella che prestò gratuitamente un suo mezzo. Avrebbe potuto aprire una sua sede a Grassina, invece compì un gesto di grande solidarietà verso di noi. Per questo merita sempre rispetto e riconoscenza”.
Un primo seme di collaborazione tra le due associazioni di volontariato che ha germogliato, eccome, coinvolgendo anche la Croce Rossa di Bagno a Ripoli.
Presidente, ci sono ottimi rapporti e collaborazione sul territorio fra le tre associazioni.
“Siamo amici fraterni. All’inizio sembrava folle pensare a una collaborazione con Misericordia Antella e Croce Rossa Bagno a Ripoli, c’era grande concorrenza tra associazioni, bisognava superare anche il campanilismo. Ma ormai è una collaborazione che ha radici lontane. E’ nata quando, all’inizio degli anni Novanta, fu istituito dal 118 il servizio medico a bordo dell’ambulanza. Nessuna delle tre associazioni da sola poteva sostenere il servizio. Dialogare e creare una sinergia per ripartire fra noi il servizio è stato vitale. Poi abbiamo iniziato a scambiarci attrezzature e turni. Ma non solo”.

Cos’altro?
“In quegli anni la Fratellanza non aveva risorse per dotare l’ambulanza con medico a bordo delle attrezature adeguate. L’Asl pagava per i servizi eseguiti con tempi lunghi. Cri e Misericordia, che avevano una miglior situazione economica, scrissero alla Asl affinché pagasse in anticipo la Fratellanza, ritardando le quote che spettavano a loro. Gesto di grande collaborazione per dare un servizio sul territorio”.
E la collaborazione è andata avanti fino ad oggi.
“Quando negli anni Novanta partì la collaborazione tra Fratellanza, Misericordia e Cri fu definita uno sgabello a tre gambe. Due gambe dovevano sempre sostenere la terza, altrimenti lo sgabello sarebbe caduto. E continua ad essere così”.
In questi giorni state ospitando Babacar, bambino senegalese che ha problemi agli occhi (vedi articolo). Una nuova esperienza per la Fratellanza Popolare?
“Siamo gemellati con la Fratellanza Popolare di San Vito dei Normanni, in Puglia. Loro hanno già avviato un’esperienza in Senegal, a Niomre, un comune di 48 villaggi dove le strade sono sterrate e si percorrono a dorso di mulo. San Vito ha portato lì un’ambulanza e fatto corsi di formazione sul primo soccorso ai bambini delle scuole. Ci hanno incoraggiato ad unirci a loro in questa missione. Ne parleremo, è un’esperienza che ci può arricchire”.
Lei è presidente dal 5 maggio 2011, il più longevo dopo lo storico Piero Gastaldo, che è rimasto alla guida della Fratellanza per 22 anni. Come è cambiato il mondo del volontariato in questi anni?
“Per un dirigente si è complicata molto la parte amministrativa: più norme e adempimenti, non alla portata di tutti, per regolare il servizio. Quando ho iniziato a fare volontario, nell’89, si compilava il foglio di viaggio a mano, ora va fatto sul tablet collegato al 118”.
Ci sono sempre più casi di aggressione ai volontari. A voi è capitato?
“In effetti oggi c’è più paura. Ricordo un caso di alcuni anni fa. I volontari non furono colpiti ma fu danneggiata l’ambulanza. Minacce capitano. A me è successo di sentirmi dire: o la nonna esce viva o qui si muore tutti. Come se noi avessimo la bacchetta magica. O situazioni in cui devi spostare il paziente e il familiare ti dice: non deve sentire dolore o vi denuncio tutti. Prima erano frasi che non si sentivano, ora capita spesso. L’altro giorno per un trasporto ordinario ci siamo sentiti dire: o fate come dico io o vi denuncio. Ma la squadra segue ciò che è previsto dai protocolli. Lavorare sotto minaccia è brutto”.
Qualche aneddoto buffo?
“Ce ne sono, ma non raccontabili, soprattutto in un paese (ride)”.
Il mandato di Michele Cotugno è appena scaduto. Ai primi di giugno gli oltre 3.200 soci della Fratellanza Popolare saranno chiamati al voto per rinnovare il consiglio direttivo che poi eleggerà il nuovo presidente per i prossimi tre anni. Probabile Cotugno succeda di nuovo a se stesso.