L’avevano “battezzata” come una mina anticarro, residuato bellico della Seconda guerra mondiale (vedi articolo). In realtà il pezzo di ferro che sbucava fra i sassi accanto al guado sull’Ema, all’altezza della Fratellanza popolare di Grassina, è parte di un cestello di una lavatrice.
Lo hanno certificato gli artificieri che stamani si sono presentati sul posto, insieme a Carabinieri a Polizia Municipale, pronti alla delicata opera di sminamento e trasporto in un luogo dove far brillare l’ordigno. Appena si sono avvicinati al presunto ordigno si sono accorti che di pericoli non ve ne erano. La somiglianza con una mina e la “diagnosi” fatta sulla base di fotografie li aveva portati fuori rotta.
L’esame sul posto ha sancito il cessato allarme. Nelle prossime ora saranno rimossi cartelli e transenne che per giorni hanno impedito l’attraversamento del fiume.