
Babacar è in collo alla mamma ma si spenzola, inquieto, guardando verso il pavimento. Dalla vetrata all’ingresso della sede della Fratellanaza Popolare di Grassinal penetra un raggio di sole che riflette sul pavimento. Il piccolo ne è attratto. I suoi occhi non distinguono le immagini, vedono solo luci e ombre. E quella luce lo attira.
Gli occhi del bambino senegalese sono malati. La cornea si sta deteriorando. La speranza di poter tornare a vedere è affidata ai medici del Meyer, nel suo Paese non avrebbe speranza. A Grassina lo hanno accolto i volontari della Fratellanza (vedi articolo). Ad accompagnare la giovane madre Aissa c’è Soumaya Chouqa, una volontaria che le fa da interprete in francese.

L’idea di aiutare il piccolo Babacar è nata lo scorso novembre. La racconta Michele Cotugno, presidente della Fratellanza Popolare di Grassina: “Attraverso la Fratellanza Popolare di San Vito dei Normanni, con cui siao gemellati, abbiamo conosciuto Ibrahima Dieng, presidente dell’unità migranti di Pisa, vicepresidente della comunità senegalese pisana e coordinatore del progetto pensato per il bambino. Lui aveva letto l’appello della famiglia di Babacar. In Senegal non hanno strutture in grado di curare la sua malattia. Ibrahima si era offerto di ospitare a assistere mamma e figlio a Pisa, dove abita. Abbiamo pensato che ospitarli a Grassina avrebbe facilitato gli spostamenti al Meyer e per il bambino avere introno un’associazione che dispone di oculisti, medici di vario tipo e infermieri sarebbe stato un vantaggio”.
Così i volontari della Fratellanza si sono rimboccati le maniche e, a tenpo di record, hanno allestito un mini alloggio per mamma e figlio. “Avevamo sfitto il locale che fino a poco tempo fa ospitava il dentista – spiega Cotugno -. Nel bagno abbiamo installato la doccia, nella stanza inserito i letti e organizzato un piccolo angolo cottura. Stavamo pensando come utilizzare quel locale: abbiamo trovato lo scopo giusto. E’ un’iniziativa nuova per la Fratellanza, che ne rilancia il ruolo con esperienze diverse da quelle consuete, ambulanza, trasporto, ambulatori, donazione sangue”.
“Provare cose nuove ci fa bene – continua il presidente della Fratellanza -. Provare cose nuove ci fa bene. Sta rilanciando la partecipazione. Appena abbiamo cercato volontari come interpreti in francese per l’accoglienza a Babacar, c’è stata una bella risposta dai volontari ma anche da loro conoscenti. Persone che non hanno mai fatto volontariato e che ci hanno detto: per questa cosa ci sono”.