
Mezzo secolo fa, il 16 giugno 1975, il Pci trionfava nelle elezioni per il consiglio comunale di Firenze conquistando il diritto a governare la città. Strade invase da gente festante come si era visto solo nel ’69 per la conquista dello scudetto della Fiorentina. Ma a sventolare erano bandiere rosse e non viola.
A guidare la nuova giunta di Palazzo Vecchio fu scelto Elio Gabbuggiani, soprannominato poi Gabbuggetto Rosso o anche “gotine” per gli zigomi sempre rubizzi. Un politico esperto, garbato nei modi ma fermo delle decisioni. Non sempre allineato alle posizioni del partito in un’epoca dove nel Pci vigeva il “centralismo democratico”, ovvero tutti allineati e coperti. Primo sindaco comunista invitato negli Usa.


Una stagione politica che sapeva di rinnovamento per Firenze, dopo gli anni del centrosinistra costellati di crisi frequenti fra i partiti di governo, tanto da costringere la città al commissario prefettizio. E il Pci, che aveva raccolto il 41,48% dei voti e ottenuto 26 consiglieri su 60, interpretò quel sentimento. Nella giunta comunale furono inseriti due giovani di belle speranze: l’assessore Stefano Bassi (23 anni) e l’assessora Anna Maria Bucciarelli (26).
Un ruolo chiave nel rilancio dell’immagine di Firenze in Italia e nel mondo, oltre al sindaco Gabbuggiani, lo ebbe l’assessore Franco Camarlinghi, con delega alla cultura in un periodo in cui i Comuni avevano disponibilità, che oggi ricorda i cinquant’anni da quelle elezioni con un bell’articolo sul Corriere Fiorentino.
Anche Bagno a Ripoli fu protagonista indiretta della conquista di Palazzo Vecchio attraverso due suoi cittadini illustri. Bruno Cocchi, sindaco per due decenni dal 1956 al 1975, si trasferì a Palazzo Vecchio come assessore, lasciando la poltrona di primo cittadino ripolese a Riccardo Degli Innocenti. L’antellese Silvano Peruzzi fu scelto come capogruppo per guidare la nutrita e variegata schiera di consiglieri comunisti: un compito svolto con passione, acume politico e fermezza. Lo chiamavano “il colonnello”.


In quel frangente Firenze, tornata “rossa”, diventò la “capitale” della sinistra italiana. Nel settembre del ’75 il Pci organizzò in città la Festa nazionale dell’Unità alle Cascine dove parlò, fra gli altri, il segretario Enrico Berlinguer. In piazza Signoria, la Loggia dei Lanzi fu trasformata in palco per il concerto degli Inti Illimani. Ricordate? Quelli di El pueblo unido, jamás será vencido. Che fu cantata a squarciagola da miglia di giovani seduti per terra col pugno alzato. Io c’ero.
Io anche
lo ricordo benissimo portai mio nonno a festeggiare in piazza Signoria aveva le lacrime ripensando a cosa le avevano fatto i fascisti