L’intelaiatura portante sulla quale costruire la Grande Firenze si chiama tramvia, un’infrastruttura per la mobilità delle persone ma anche un’”operazione culturale”. E’ questa la sintesi del dibattito, ieri sera (martedì 12 luglio) alla Festa dell’Unità di Mondeggi, fra quattro sindaci della cintura fiorentina: Francesco Casini (Bagno a Ripoli), Monica Marini (Pontassieve), Sandro Fallani (Scandicci) e Emiliano Fossi (Campi Bisenzio), incalzati dalle domande di Andrea Vignolini di Lady Radio.
Il tema era quello della possibilità che in un futuro prossimo Firenze e i centri che la circondano possano fondersi in un unico grande Comune metropolitano. Ipotesi che nessuno dei quattro sindaci, tutti del Pd, osteggia. “Fra i nostri territori ci sono molte differenze – ha detto la sindaca Marini – ma propria queste diversità possono essere la ricchezza della Grande Firenze. Dobbiamo capire bene quale contributo ogni Comune può dare a questa nuova realtà”. “Abbiamo legami forti con la nostra comunità – ha aggiunto Fossi – ma dobbiamo avere una visione più ampia per risolvere i problemi”. “Sarà più facile fare la Grande Firenze che unire Grassina e Antella”, ha scherzato Casini. Che poi ha introdotto l’elemento clou del dibattito: le infrastrutture di trasporto pubblico. “L’elemento che ci distanzia – ha detto il sindaco di Bagno a Ripoli – è il sistema dei trasporti che ha privilegiato fino ad oggi l’area Nord-Ovest di Firenze. Dobbiamo recuperare questo gap e insistere per portare una linea della tramvia fino a Bagno a Ripoli”. Il sindaco Fallani ha confermato questa impostazione definendo la tramvia “infrastruttura culturale più che di trasporto”. “Nel 2030 – ha aggiunto – con l’entrata in funzione di tutte le nuove linee, la tramvia sarà usata da 45 milioni di persone all’anno, trasformando setto o otto comunità in una sola”. “Attraverso una mobilità efficiente e rapida – ha confermato Marini – i cittadini si sentono partecipi di una stessa comunità”.
I quattro sindaci si sono mostrati concordi anche nell’indicare le condizioni per evitare i rischi di rigetto da parte della popolazione che questa “fusione” può comportare: chi abita nelle frazioni più isolate deve avere le stesse possibilità di interloquire con l’istituzione di chi sta in centro e usufruire di analoghi servizi. “Occorre pensare a una divisione della Grande Firenze in municipi – ha detto Casini – con bilanci e competenze proprie molto diverse da quelle oggi attribuite ai Quartieri”. “Va bene l’amministrazione unica – ha sottolineato Fallani – ma valorizzando le realtà locali, quindi il progetto Grande Firenze dovrà essere discusso dai Consigli comunali, nelle riunioni di sezione, nelle assemblee di cittadini”. “Occorre mettere in piedi un grande progetto partecipativo – ha concluso Fossi – tracciando una vera e propria road map verso la Grande Firenze”.