
Sì alla Taric. Il Consiglio comunale ha approvato, ieri sera, l’entrata in vigore della nuova tariffazione sulla raccolta rifiuti dal prossimo primo gennaio, che iteresserà le 11.400 utenze di Bagno a Ripoli. Undici voti a favore (Pd, Bagno a Ripoli al Centro), sei contrari (FdI, Cittadinanza attiva, Bagno a Ripoli Futura).

Spazio riservato al pubblico inconsuetamente affollato, a testimonianza della sensibilità dei cittadini per il tema, striscione di protesta contro la Taric davanti al palazzo comunale. Applausi e brusii di insofferenza, prontamente rintuzzati dal presidente del consiglio comunale Bongi, hanno accompagnato gli interventi di consiglieri, a seconda delle posizioni sostenute. Un dibattito acceso, ma senza intemperanze, che ha costituito solo l’atto finale di un più ampio confronto avvenuto in questi ultimi mesi fra “No Taric” e “Sì Taric”.

Le due posizioni contrapposte si possono così sintetizzare (fermo restando l’unanime parere favorevole sul porta a porta e nessuna accondiscendenza per i nostalgici dei cassonetti): da una parte chi chiedeva un rinvio dell’adozione della nuova tariffa e una pausa di riflessione per studiare correttivi alla Taric (e al suo regolamento) che mostra ancora scarsa chiarezza su applicazione, controlli, ruolo del Comune (esautorato a favore di Alia?), capacità di centrare l’obiettivo (premiare chi fa una buona raccolta differenziata); dall’altra chi sosteneva che è più utile entrare a far parte dei Comuni che adottano la Taric e cercare di modificarne dall’interno alcune criticità e difetti, che sono apparsi evidenti. “Abbiamo già chiesto ad Alia la possibilità di usare sacchi muniti di tag, anzichè i mastelli, in modo da non avere l’obbligo di riportarli in casa”, ha annuciato l’assessore all’ambiente Francesco Conti.
“Passare a Taric è una scelta che abbiamo fatto come cittadini, oltre che come amministratori: i vantaggi sono superiori agli svantaggi di starne fuori – ha aggiunto Conti – Non c’è un disimpegno del Comune al quale gli utenti potranno contiuare a rivolgersi. Segnalazioni di disservizi potranno continuare ad essere fatte in parallelo al Comune e ad Alia”.

“Si potevano valutare soluzione alternative anziché adottare un sistema preconfezionato – ha attaccato il capogruppo di FdI, Michele Barbarossa – Con questo regolamento, fra l’altro incomprensibile, si consegnano i cittadini, legati mani e piedi, ad Alia che ha solo fini di lucro”. “La delibera presenta elementi di illegittimità, FdI valuterà se impugnarla davanti al Tar”, ha annunciato la consigliera Serena Giannini.

“Più che tariffa corrispettiva andrebbe chiamata forfettaria, dato che si considera il vuoto per il pieno – ha criticato Francesca Cellini (Bagno a Ripoli Futura) – Non si spiega questa corsa contro il tempo per approvarla”. “Il passo verso Taric è fondamentale per andare verso un’economia circolare, ma non così: occorreva una pausa costruttiva – ha sottolineato Sonia Redini (Cittadinanza attiva) -. Ci sono troppi dubbi e si doveva tenere conto della petizione con duemila firme che chiedeva un rinvio. C’è un deficit di democrazia e di informazione nei confronti dei cittadini. Le scelte di Alia sono sempre più sottratte al controllo pubblico. La politica si fa guidare anziché essere lei a guidare”.

Sul regolamento ha sparato a zero il consigliere Beniamino Deidda (Cittadinana attiva): “Non c’è vicinanza con i cittadini. Cisono articoli, come quello che permette al gestore di disporre l’accesso all’abitazione dell’utente e in caso di rifiuto sanzionarlo, che violano principi fondamentali del diritto”.

A sostegno della decisione presa dalla giunta sono intervenuti i consiglieri Riccardo Forconi (Bagno a Ripoli al Centro): “Se la bolletta cresce è a caua della mancanza di impianti per lo smaltimento rifiuti e dei tanti che evadono la tassa”; Rossana Landini (Pd): “Il Comune non si defila, l’ufficio ambiente continuerà a controllare e segnalare eventuali disservizi di Alia, proprio come accade adesso”: David Stinghi (Pd): “Entrare a far parte del nuovo sistema ci permetterà di proporre modifiche migliorative nell’interesse dei cittadini. Restando fuori non lo avremmo potuto fare”.
Quindi la votazione con il folto pubblico che ha abbandonato la sala, deluso.

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La fretta nell’ approvare la Taric è presto spiegata. Il Comune di Bagno a Ripoli è socio di Alia S.p.A,prima di tutto. Alia è una società per azioni,e gli investitori non vogliono certo rischiare gli investimenti con perdite di tempo. Oltretutto,la Taric non è stata presentata come un’ opzione,ma come cosa fatta fin dall’inizio. Quindi,il cittadino utente, bisognoso di smaltire rifiuti,si vede costretto ad accettare tutto senza potersi opporre minimamente. Potrei scrivere “che bella cosa la Democrazia”, ma sarebbe ironico. Se non fosse tragico. Prevedo comunque una gran confusione prossima futura,in questo guazzabuglio di regole piovute dall’ alto.