Tra meno di un anno i cittadini di Bagno a Ripoli dovranno votare il nuovo sindaco. Il “regno” di Francesco Casini termina e la caccia al successore, passata l’estate, entrerà nel vivo. Fino al passaggio di Casini dal Pd a Italia Viva, l'”erede al trono” pareva già designato nell’assessore Francesco Pignotti. In questi quattro anni in giunta si è dato molto da fare grazie a incarichi di grande impegno e altrettanta visibilità: lavori pubblici, scuola, politiche giovanili, ai quali ha aggiunto i progetti del Pnrr.
Lo shock del cambio di maglia del sindaco ha rimescolato le carte. L’ala sinistra del Pd ripolese, forte della doppia vittoria nelle primarie tra Schlein e Bonaccini, dentro e fuori dal partito, vorrebbe un candidato sindaco che marchi la discontinuità con l’era Casini.
“Specchio, specchio delle mie brame: chi è il più a sinistra del reame?”. Sembra essere questo il ritornello di moda dopo l’avvento di Elly. Con la malcelata speranza che faccia presa sull’elettorato dei Cinque Stelle e dintorni (illudendoci che i seguaci di Grillo siano di sinistra e ben disposti verso i piddini…).
Ecco quindi l’ipotesi Paolo Frezzi, attuale vicesindaco. Nel curriculum nove anni di assessorato all’urbanistica con varo dei nuovi Piano strutturale e Piano operativo del comune. Moderato nei toni, garbato e preciso negli interventi in consiglio comunale, non alza mai la voce e non ama la ribalta (qualcuno lo ha mai visto tagliare un nastro?). Lo si può definire schivo. Forse troppo.
Ecco perché c’è chi vorrebbe un personaggio di maggior spicco, magari donna, la prima sindaca nella storia di Bagno a Ripoli. Il nome che sta circolando è quello di Francesca Chiavacci, ex presidente nazionale dell’Arci, ex deputata, attuale presidente della Casa del popolo di Grassina. Per la fazione più intransigente con gli ex renziani come Pignotti (essere stati apertamente con il leader di Italia Viva viene considerato peggio del peccato originale, non c’è battesimo che lo cancelli) Chiavacci – secondo i sostenitori di questa candidatura – potrebbe addirittura convincere la lista civica Cittadinanza attiva a entrare in maggioranza.
La “carta” del sesso femminile, però, appartiene anche ad altre due possibili candidate, nessuna delle due del Pd. Una è l’assessora Francesca Cellini, che potrebbe piacere anche oltre la sinistra piddina, ma meno proprio all’interno del partito (fu scelta e ha governato con Casini). La sua elezione avrebbe già il titolo pronto: “Benvenuta Cellini!”. L’altra è l’assessora Eleonora Francois, che ha capitanato la lista civica Cittadini di Bagno a Ripoli alle amministrative del 2019 e costituirebbe un ponte per l’alleanza con Itala Viva. Ma i “sinistra che più a sinistra non si può” la bollarono già allora addirittura come “fascista”. Per questo Italia Viva pare stia corteggiando un altro personaggio “civico”, di alto livello, a cui non si possa dire no.
Una parte del Pd ripolese, di Renzi non vorrebbe sentir neanche parlare, ma i più pragmatici richiamano l’attenzione sul rischio che una rottura con quell’eletrorato potrebbe portare il candidato del Pd al ballottaggio e persino alla sconfitta, aprendo la strada al primo sindaco di destra in un territorio dove la sinistra non ha mai neanche tremato. Allora un candidato meno “contaminato” da Casini e quindi meno divisivo, ben visto dal suo partito, potrebbe essere il presidente del consiglio comunale Francesco Conti, record man di preferenze alle elezioni del 2019.
Da nove anni guarda le spalle a Casini e agli assessori, ne organizza appuntamenti e incontri. Definirla eminenza grigia sarebbe eccessivo, tuttavia c’è chi indica in Laura Quinti, giovane capo gabinetto del sindaco, una candidata ideale per conoscenza della macchina comunale e del territorio. Il suo problema maggiore – ironizza qualcuno – sarebbe non avere una Laura Quinti alle spalle.
Infine, in caso non si riuscisse a trovare un accordo tra le componenti del partito, c’è chi suggerisce di rivolgersi alla vecchia guardia (sempre valida): l’ex segretario comunale del Pd, Gian Bruno Ravenni, o l’ex sindaco Luciano Bartolini, un usato sicuro. Anche se quest’ultimo si schernisce: “Ormai faccio il nonno”.
Nove possibili candidature sulle quali aleggia un dilemma (per alcuni un incubo): e se venisse approvata la legge per estendere il terzo mandato anche ai sindaci dei centri maggiori? (la richiesta è trasversale, arriva soprattutto da amministratori di Pd e Lega). Il sindaco Casini non ha mai nascosto che fare il tris non gli dispiacerebbe affatto. Per il Pd non sarebbe facile rifiutare la candidatura di un sindaco uscente appoggiato fino all’ultimo giorno di mandato nonostante il cambio di casacca. Insomma, come può capitare nel Gioco dell’Oca, si tornerebbe al punto di partenza.
Il toto-sindaco è appena iniziato… Parafrasando Battisti: dieci aspiranti per me posson bastare…
Naturalmente non c’è solo il Pd è Italia Viva in corsa per il posto di sindaco.
Molti, io tra questi, reputano Sonia Redini la candidata migliore.