Per fermare il Viola Park si chiama in causa il presidente Mattarella. Un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro la costruzione del centro sportivo della Fiorentina è stato presentato da Italia Nostra. La conferma arriva dal sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini che ha parlato ai microfoni di Radio Bruno poco fa.
Nel ricorso dell’associazione ambientalista si chiede l’annullamento della variante urbanistica e la sospensione cautelare dei lavori appena iniziati nell’area lungo via Pian di Ripoli. I motivi alla base del ricorso sono la mancanza di motivi per giustificare l’interesse pubblico dell’intervento previsto dalla variante urbanistica del Comune di Bagno a Ripoli approvata nell’ottobre scorso e una errata conduzione della Conferenza dei servizi che ha concesso tutte le approvazioni.
Argomentazioni contestate dal sindaco Casini: “La procedura è stata corretta – afferma – Il progetto ha seguito tutto l’iter previsto ed è stato approvato da tutti gli enti interessati e dalla Soprintendenza. I nostri uffici legali sono al lavoro per replicare al ricorso, spero che la sospensione dei lavori non sia accordata perché significherebbe un ritardo di mesi. Italia Nostra ha preso la palla al balzo per cercare un po’ di notorietà. Prendiamo atto del ricorso straordinario al Capo dello Stato che in extremis cerca di rallentare l’iter del Viola park con la collaudata prassi dei ricorsi e dei contro-ricorsi. Rallentare, non certo fermare l’opera, perché siamo certi della bontà e della assoluta correttezza dell’iter urbanistico. Ho fiducia che le autorità preposte tengano conto di tutto questo e che la situazione si risolva in tempi brevi. Purtroppo, però, se la richiesta di sospensiva cautelare sarà accolta, c’è il rischio che i lavori possano fermarsi temporaneamente per alcuni mesi, proprio adesso che con l’arrivo dei titoli a costruire sono pronti ad entrare nel vivo. Resta l’amaro in bocca per il tentativo di frenare investimenti importanti per i territori, tanto più fondamentali in questo momento così delicato per le drammatiche ricadute economiche e sociali seguite all’emergenza sanitaria”.