I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, relativa a tre obblighi di dimora e sei obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria, disposta dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze su richiesta della Procura della Repubblica ed emessa nei confronti di nove persone per il delitto di associazione per delinquere a carattere internazionale, finalizzata alla produzione, commercializzazione e ricettazione di prodotti di pelletteria con marchi contraffatti.
Nel corso delle indagini, che hanno permesso di ricostruire l’intera “filiera del falso”, sono stati effettuati numerosi sequestri di migliaia di capi ed accessori contraffatti, per un valore commerciale di circa un milione di euro, e sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria competente 47 soggetti, implicati a vario titolo nell’attività illecita.
Fra questi vi è un piccolo imprenditore di Bagno a Ripoli, dove tuttora risiede, già implicato in altre inchieste sulla contraffazione. L’uomo nel 2014 aveva chiuso l’attività dell’azienda che aveva a Bagno a Ripoli per spostarla nel comune di Signa. E’ risultato far parte della rete di aziende specializzate nell’assemblaggio e nella fornitura all’organizzazione criminale di merce contraffatta. Per i contatti con uno dei principali indagati, da cui riceveva gli ordini, usava una scheda telefonica intestata ad un cittadino cinese.

Le misure sono state eseguite al termine di una complessa attività d’indagine in materia di contraffazione internazionale, svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Firenze guidato dal tenente colonnello Massimiliano Serino tra il 2016 ed il 2019 e che, sotto il coordinamento dei sostituti procuratori Giuseppe Ledda e Giulio Monferini, ha consentito di disarticolare un’organizzazione, avente base operativa nella provincia di Firenze ma operante anche a livello internazionale, dedita alla produzione e commercializzazione di articoli di pelletteria contraffatti, di noti marchi industriali (tra cui, Armani, Balenciaga, Celine, Diesel, Fendi, Givenchy, Gucci, Luis Vuitton, Pandora, Prada, Trussardi, Yves Saint Laurent).
Mediante alcune aziende dell’hinterland fiorentino, pratese e dell’empolese, l’organizzazione provvedeva a tutte le fasi produttive e commerciali, dalla fornitura delle materie prime, fino alla commercializzazione dei capi ed accessori contraffatti, effettuata tramite buyers esperti in grado di immettere i prodotti su mercati primari internazionali attraverso anche il canale del commercio elettronico.