
Il torrente Isone, che prende anche il nome di borro di San Giorgio o borro dell’Antella, negli ultimi tempi è assurto a protagonista del futuro urbanistico di alcune zone nevralgiche del Comune di Bagno a Ripoli. Possibile che un corso d’acqua che appare spesso poco più che un rigagnolo, imbrigliato e cementificato in più tratti, possa davvero fare paura? Eppure dipende proprio dall’Isone il “rischio idraulico” alla base della contrapposizione fra il preside della scuola Redi, professor Panti, e il sindaco Casini sulla possibilità o meno di ampliare la scuola e di costruire un auditorium. Sempre il timore di allagamenti da parte dell’Isone ha stoppato il progetto del nuovo parcheggio di fronte all’ospedale dell’Annunziata, che andrà rifatto. E sempre l’Isone è al centro della polemica tra ambientalisti e Società Autostrade sul discusso progetto di rimodellamento morfologico nell’ambito dei lavori per la terza corsia.
Allarmi reali o strumentali? Fondati o eccessivi? Per capire come stanno realmente le cose QuiAntella si è rivolta a Marcello Brugioni, geologo, uno dei responsabili dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale (l’ex Autorità di bacino dell’Arno), massima autorità su questi temi.
Ecco schematizzate le risposte a molti dei quesiti che in questi giorni animano il dibattito politico, nelle assemblee pubbliche e sui social.
1) La mappa – Quella qui sotto riportata è una mappa tratta dal sito dell’Autorità di bacino. L’area in blu scuro è quella a rischio “elevato” (ricorrenza trentennale), quella in azzurro a rischio “medio” (ricorrenza ogni 200 anni), quella in celeste a rischio basso (ricorrenza ogni 500 anni). In termini di effetti di una esondazione, si calcola che la zona blu scuro potrebbe essere coperta da una cinquantina di centimetri di acqua. Negli altri due colori il livello sale notevolmente.
Si nota chiaramente che nell’area a elevato rischio idraulico ricadono l’ospedale e il parcheggio, la scuola Redi, la biblioteca comunale, la caserma dei carabinieri, il comando della Protezione civile e della Polizia municipale.
2) Viabilità – Il problema più grave è però costituito dal livello di via dell’Antella che andrebbe completamente sommersa. Questo renderebbe irraggiungibile l’ospedale e anche gli altri servizi, indipendentemente dal fatto che l’allagamento possa metterne o meno in difficoltà l’operatività. La soluzione, complessa ma possibile, è fare alcuni interventi strutturali. Impossibili quelli sull’alveo (allargamento della sezione), occorrerebbero a monte della zona alcune aree di laminazione (dove l’acqua in eccesso può defluire senza danni). Il posto c’è, occorre la volontà politica della Regione e dello Stato di intervenire con i finanziamenti. L’intervento metterebbe al sicuro anche l’abitato di Antella, oggi a rischio (vedi mappa sotto). L’Autorità di bacino ha inviato un dettagliato rapporto sul rischio idraulico relativo all’Isone anche alla “Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche” istituita nel 2014 dal governo Renzi.

3) Caso Redi – Costruire un auditorium per la Redi, in teoria, sarebbe possibile, anche se in zona dove le norme lo vietano, perché la scuola è già esistente e si tratterebbe di una dotazione ulteriore.
“Mi sento di condividere la posizione scrupolosa del Comune che è contrario – specifica Brugioni – In quell’area è bene non fare alcuna nuova costruzione”. A causa delle difficoltà in caso di esondazione per raggiungere la zona, sarebbe impossibile avere una corretta gestione del rischio per un auditorium dove si possono concentrare molte persone.
4) Terza corsia – Il progetto di riporto terre nella valle dell’Isone (circa 1,5 milioni di metri cubi), connesso ai lavori per la terza corsia autostradale, non dovrebbe incidere sul rischio idraulico, perché l’intervento è praticamente alla sorgente del torrente. L’Autorità di bacino ha però fornito a Società Autostrade tutta una serie di prescrizioni, che riguardano anche i piccoli affluenti, e in questa settimana ci sarà una riunione tecnica per verificare che siano state recepite dal progetto.
5) Imprevedibilità – Le eventuali “bizze” dell’Isone non consentono preavvisi. Una piena dell’Arno può essere annunciata con 8/12 ore di anticipo. L’Isone, per la sua scarsa lunghezza, è un corso d’acqua con tempi di riporto di un’ora per i flussi di piena. Impossibile ogni allarme preventivo o evacuazione. I tecnici devono basarsi solo sulle previsioni meteo che per una zona così piccola possono rivelarsi imprecise. Per questo è ammissibile, seppure con una protocollo di protezione civile, accettare il rischio che si allaghi il parcheggio; lo stesso rischio non è accettabile per un auditorium o altre nuove costruzioni.
Come si puo’ vedere chiaramente dalla cartina ricade nel perimetro soggetto ad essere alluvionata oltre che l’ospedale e il parcheggio, la scuola Redi, la biblioteca comunale, la caserma dei carabinieri, il comando della Protezione civile e della Polizia municipale e come se non bastasse anche l’arrivo della variante ( tre rotondone) che furbescamente nessuno menziona mai. Ma che avete, tutti pro variante, è il piu’ grosso bidone che ci abbiano propinato, faccendolo passare per “Utilità comune “. Per dieci minuti di coda a Grassina, il risultato e che la coda si sposterà di 200 metri ( e non spariraà come qulacuno spera) ma abbiamo speso piu’ di 26 mln dei ns soldi. Bel risultato.